Agrumi che nascono in mezzo al deserto, piccoli giardini verticali che si possono posizionare perfino dentro casa, in cucina, nidi artificiali per ospitare ricci nel proprio giardino, lezioni sulla vita di api e insetti. La Fiera di Vita in Campagna si è conclusa domenica scorsa, ma ha lasciato il segno: centinaia e centinaia di persone se ne sono tornate a casa decisamente arricchite da una miriade di stimoli, nozioni, idee.
Soddisfazione degli organizzatori, dunque, e un segnale decisamente positivo per tutti: è evidente come l’attenzione verso un approccio semplice e sano alla natura sia in aumento. Paradossalmente, più siamo circondati da tecnologia, traffico, cemento, più cresce la voglia di ritagliarsi un piccolo angolo di pace e di verde, dove trovare rifugio e dare spazio alla creatività.
Ho scoperto che si possono creare dei minuscoli orti sul balcone di casa, utilizzando la sabbia del deserto, che permette di coltivare insalata, pomodori, prezzemolo, senza che crescano erbe infestanti. Che nello spazio dietro a casa si può provare a coltivare lo zafferano, che il miele e gli agrumi sono prodotti da degustare esattamente come l’olio e il vino e ci sono eventi dedicati proprio a questi viaggi sensoriali, che si può imparare la distillazione delle piante officinali.
E poi, tra la modernità e le tecniche più innovative per mantenere in salute orti e giardini, ho scoperto con piacere l’esistenza di varietà di frutti che non avevo mai visto: i frutti antichi, li chiamano, quelli che appartengono alla civiltà contadina e che rischiano di scomparire, ma che qualche appassionato per fortuna continua a coltivare. E così, in controtendenza rispetto alla filosofia di molti negozi di frutta e verdura, dove le mele si vendono soltanto se sono splendide, grandi, verdi o gialle ma comunque tutte lucide e perfette, si scoprono frutti del colore della ruggine, con nomi mai sentiti prima, mandorle dalla forma particolare, pere cotogne, utilizzate dalle nonne per fare marmellate, quando gli unici frutti a disposizione erano quelli che crescevano nel proprio campo, e ci si doveva ingegnare per utilizzarli al meglio, senza sprechi.
Unica perplessità, l’area dedicata alla vendita degli animali. Animali da cortile, dalle oche alle pecore, dalle galline ai tacchini. Si tratta di commercianti che vendono pulcini per gli allevamenti, non intensivi ma comunque finalizzati alla produzione di carne. Ma anche lì qualcosa si muove, in direzione di un maggiore rispetto: sono sempre più numerose le persone interessate a tenersi degli animali da cortile nel proprio appezzamento di terra, per il solo gusto di averli come animali da compagnia. Il percorso sarà ancora lungo, certo, e doloroso. Ma credo che si stia davvero riscoprendo un contatto con la natura e le sue creature sempre più orientato a una convivenza rispettosa, sana, vera. E in un mondo che spesso atterrisce per la sua cattiveria, bisogna guardare avanti e apprezzare anche i piccoli passi.