Il duro lavoro di risvegliare coscienze

Il duro lavoro di risvegliare coscienze.

Questa sera, nella pace della mia stanza in un agriturismo sperduto nella campagna, e in attesa di fare una serie di interviste domani, mi ritrovo già comoda e pronta per andare a riposare, senza altre distrazioni se non una televisione (per ora spenta) e i rumori leggeri che provengono dal piano di sotto.

Sono i momenti in cui mi ritrovo a riflettere sul senso del mio lavoro. Creare contatti, allacciare relazioni di fiducia, fare trasferte, brevi o lunghe, per documentarmi, capire, fotografare, e per trasformare poi il mio ‘bottino’ in un articolo o in una serie di articoli. Scrivo di ambiente, animali, cultura, perché credo che il giornalismo sia una missione e vada molto oltre lo squallido interesse morboso per la cronaca nera.

Ed è questo il duro lavoro di risvegliare coscienze. Attraverso la narrazione della bellezza della natura e degli animali, attraverso le storie di persone che vanno controcorrente, che hanno il coraggio di provare a cambiare il mondo, ho scelto di fare la mia parte. La frustrazione nasce quando si pensa ai grandi numeri. Ai miliardi di persone inconsapevoli, a chi decide di far finta di non vedere. A chi dice: Non voglio pensare che il ragù è un animale perché amo gli animali, e intanto se lo mangia. Oppure: Adoro i gatti, ma non riesco a fare a meno del pane e salame. Miliardi di persone che si nutrono di sofferenza, per pigrizia e per ignoranza. Altrettante migliaia che buttano via le occasioni di crescita, rimanendo nella loro inconsapevolezza pur di non mettersi in discussione.

Anni fa ho scelto di mostrare gli orrori che si nascondono dietro un pezzo di carne, e non è facile sentirsi dire: In effetti gli animali sono trattati male, e poi chi afferma questo continua a rimpinzarsi di pezzi di quegli animali che sostiene di amare. Scelgo anche di parlare di ambiente, sostenibilità, piccole scelte etiche che potrebbero diventare rivoluzioni, se venissero fatte da tanti altri. Come l’edizione appena terminata di Veganuary, la sfida a livello mondiale per iniziare l’anno con un mese di alimentazione vegan, pensato per veterani ma anche per i curiosi desiderosi di cambiare abitudini, rispettando gli animali. I consigli di Veganuary sono sempre a disposizione, leggete qui. D’altronde non si deve mai dimenticare che ogni viaggio inizia con il primo passo.

Però è importante guardare anche i piccoli miracoli che scaturiscono da un incontro o da un’esperienza insieme. Penso allora alle tante persone che dopo aver visto i miei piatti vegan durante le cene stampa o i press tour hanno osservato come spesso a me sia andata meglio che a loro. E che l’alternativa green non è la lattuga triste e insipida. Penso alle ragazze e alle donne che hanno partecipato e continuano a partecipare ai miei corsi di scrittura emozionale e ai miei seminari. Quante rivelazioni, indagando la propria anima e predisponendosi a dare ascolto agli altri esseri viventi. Penso anche ai miei lettori, che mi hanno scritto e telefonato, e che sono diventati poi amici coi quali condivido tante passioni e tanti momenti di confronto schietto e costruttivo.

Se tra chi mi legge ci sono insegnanti, educatori, psicologi, guide naturalistiche, sarei felice di stringere nuove amicizie e collaborazioni. Ho imparato che il passaparola e le testimonianze dirette sono un’esperienza insostituibile.

Siamo in un mondo pieno di orrori e crudeltà, solo impegnandoci a fare la nostra parte possiamo dormire con la coscienza pulita. E io nonostante tutto credo ancora nella condivisione e nell’empatia.

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Silvia Allegri
Silvia Allegri è giornalista, saggista e appassionata di animali. Organizza attività di approccio con gli animali, trekking someggiati e corsi di scrittura. Partecipa a seminari e conferenze. Per informazioni e contatti scrivi a silvia@silviaallegri.it
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