Fake news e alimentazione vegetale

Fake news e alimentazione vegetale

Mi ha colpito in questi giorni scoprire come, rispetto all’alimentazione vegetale o vegana, continuino a essere alimentate leggende per cui il vero maschio, il macho, dimostrerebbe la sua virilità soltanto grigliando cadaveri. Siamo nel 2024.

Sorvoliamo sulla figura pietosa fatta da una professionista come Antonella Clerici e da un uomo mediaticamente potentissimo come Paolo Crepet, che di recente hanno usato i vegani come bersagli per facilissime e scontatissime battute. Ci sono milioni di siti di ricette e di consigli su come cucinare veg. Sveglia! Qui il link a uno dei miei preferiti, perché anni fa mi è stato di grande aiuto.

ho notato una discrepanza tra i dati che vengono diffusi a livello nazionale rispetto al consumo di carne e derivati animali e le reali abitudini degli italiani.

Sappiamo bene quanto potere abbia la lobby della carne, che è industria e non allevamento. Ma anche quella del latte e derivati, per non parlare di quella delle uova.

Sono costretta a constatare che tanti miei colleghi giornalisti scelgono spesso la strada più facile, ossia omettono dei dati. E si adeguano a quanto trovano in tavola durante i viaggi stampa, non hanno il coraggio o la voglia di fare richieste controcorrente. Il loro silenzio-assenso spiana la strada alla violenza e allo sfruttamento animale.

Mi è successo soltanto una volta, lo scorso anno in Piemonte, di partecipare a una cena preparata da uno chef stellato che mi ha servito (ero l’unica in una sala con 250 invitati ad avere chiesto di evitare prodotti animali) un pezzo di tofu grigliato come secondo ed è anche venuto a prendermi in giro al termine della cena.

Solo gli imbecilli pensano ancora, nel 2024, che il tofu sia un equivalente del formaggio. Il tofu è un ingrediente e in quanto tale serve per fare ricette, non per finire nel piatto freddo al posto del taleggio o dell’asiago. Fake news e alimentazione vegetale si confermano anche qui un binomio assai gettonato. E le vignette sui mangiatori di tofu pubblicate sui social sono miserie ormai superate.

A parte questa parentesi piemontese di raro squallore, comunque, ho sempre trovato piatti deliziosi durante i mei viaggi di lavoro e nelle cene in ristoranti prestigiosi. Anzi, gli chef più estrosi e intelligenti fanno a gara per stupire i loro ospiti che chiedono un menu vegetale. E non sono necessariamente vegani, magari hanno solo voglia di esplorare un mondo di sapori nuovi. Come ho già raccontato e scritto più volte, va sempre a finire che i piatti preparati per me sono più belli, gustosi e sani di quelli a base di carne e ingredienti di origine animale.  Ho scelto per questo post la foto di un risotto strepitoso preparato dallo chef Peter Brunel.

Perché, allora, non chiedere, quando possibile, un’alternativa? Lo vorrei far notare soprattutto ai colleghi che guardano le mie foto insieme agli animali e mi raccontano di quanto amino il gattino di casa. Intanto però masticano pezzi di animali morti seduti al mio fianco durante pranzi e cene. Guarda caso, poi, scopro che scrivono su riviste in cui gli inserzionisti sono produttori di prosciutti e altre aberrazioni. Ma i giornalisti non dovrebbero essere alla ricerca della verità? Pur di mangiare gratis, a volte…

Amare gli animali, o dire di amarli, fa figo di questi tempi.

Io ho scelto una strada scomoda e me lo dimostra il fatto di ricevere sempre meno inviti per viaggi stampa. Metto in dubbio, rispettando il mio impegno di fare giornalismo in modo serio, certe trovate di marketing rispetto alla sostenibilità, quando poi vedo serviti in tavola prodotti che di sostenibile non hanno nulla. D’altronde il Green washing è sempre più diffuso e serve per pulirsi la coscienza anche nel mondo della ristorazione e del vino. Un mantra vincente che però richinerebbe delle indagini più approfondite.

Tornando a quanto scritto poco più su, la discrepanza tra i dati e la realtà si nota. Io osservo tanti giovani farsi delle domande, conosco moltissimi ragazzi vegani. Noto con piacere che usano i social per approfondire tematiche rispetto all’alimentazione vegetale, e non solo per guardare le miserie delle influencer vuote e rifatte.

Le fake news rispetto all’alimentazione vegetale sono tantissime, credo vengano lanciate su piattaforme come YouTube o Tiktok per distogliere l’attenzione sul vero problema. Ossia sul dramma, per gli animali e per il pianeta, dei lager dove vengono torturati e uccisi ogni giorno milioni di esseri senzienti.

Penso che il cambiamento faccia paura,  ci sta. Ma cambiare è possibile, ed è l’unica strada per far sopravvivere il pianeta, ahimè sovrappopolato di umani.

Fake news e alimentazione vegetale sono un binomio perfetto per difendere gli aguzzini.

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Silvia Allegri
Silvia Allegri è giornalista, saggista e appassionata di animali. Organizza attività di approccio con gli animali, trekking someggiati e corsi di scrittura. Partecipa a seminari e conferenze. Per informazioni e contatti scrivi a silvia@silviaallegri.it
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