Le buone notizie fanno bene e diventano contagiose

Le buone notizie fanno bene e diventano contagiose. Eppure fanno fatica a emergere in un mare di pessime notizie.

Proprio qualche giorno fa, durante un corso di formazione per giornalisti, si parlava del fatto che quasi tutti i lettori, o ascoltatori, tendono a focalizzarsi sulle cattive notizie. Le tragedie, la violenza, i soprusi. E questo spiega perché i programmi incentrati sulla cronaca nera hanno un grande successo. Così come certi colleghi che adorano raccontare tragedie dilungandosi su dettagli spesso macabri e intimi.

In questa fase della mia carriera sto preferendo, andando di nuovo controcorrente, temi che possono non essere del tutto apprezzati dai lettori, quelli che desiderano vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto. I pessimisti cosmici da tastiera che però, quando è il momento di agire, si nascondono, con la scusa che ‘tanto gli altri non cambiano’.

Partendo dalla mia vicenda personale, che è costellata di cambiamenti epocali, non da ultimo quello che mi ha visto mollare tutto a 37 anni per diventare giornalista, ho deciso di puntare ad altro. Passeggio con i miei animali, accompagno le persone nei boschi, coltivo il mio orto, mi dedico alle relazioni importanti.

Le buone notizie. Il mio lavoro mi permette di scoprirne tante. Un cane che è stato abbandonato, dimenticato dalla sua ‘famiglia’, e ha trovato finalmente una meravigliosa adozione. Il ragazzo con sindrome di Down che dopo anni di lavoro adesso finalmente viaggia sulle sue gambe, ha imparato l’autonomia, vive più sereno. E poi, ancora, il ristorante stellato che sceglie di coccolare i suoi ospiti vegetariani e vegani. Lo fa con piatti alternativi, dimostrando che un altro modo di alimentarsi è possibile. O il gruppo di cinofili che si riunisce intorno alla presentazione di un libro e con l’occasione trascorre una bella serata in compagnia. Ritrovando l’intensità di un abbraccio, di uno scambio di opinioni, dell’accoglienza. Ci sono gli educatori che investono il loro tempo per permettere ai loro ragazzi di vivere esperienze formative importanti, e strappano un sorriso a chi di solito ha lo sguardo pieno di tristezza.

Le buone notizie le cerco e le racconto prima di tutto per me stessa, per sopravvivere in in mondo che mi bombarda di cattiveria. Dove mancano l’empatia e i sentimenti perché forse non è stato speso abbastanza tempo per insegnarli.

Il bene è contagioso, mi dicono. E sto andando in questa direzione: perché se si provano felicità, sentimenti positivi, emozioni, poi non se ne può più fare a meno.

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Silvia Allegri
Silvia Allegri è giornalista, saggista e appassionata di animali. Organizza attività di approccio con gli animali, trekking someggiati e corsi di scrittura. Partecipa a seminari e conferenze. Per informazioni e contatti scrivi a silvia@silviaallegri.it
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