Empatia e dintorni.
Ho scelto oggi questa immagine di Lucio, il mio tripode romeno, chiacchierone, unico. E soprattutto empatico.
In viaggio verso il Piemonte, approfittando di un tragitto in treno breve, ma lungo abbastanza per potermi concedere un po’ di relax e di rimettere in ordine le idee, mi tornano in mente i tanti stimoli ricevuti durante la settimana. I miei allievi, che si tratti di corsi di scrittura emozionale, greco antico, tedesco, o varie ed eventuali, sono una continua fonte di ispirazione. E visto che sono invitata a parlare di emozioni e di relazioni, quale momento migliore per ripensare a ciò che ho appena vissuto, sperimentato e indagato?
Amo ascoltarli, i miei allievi, e amo raccontarmi. Ho di fronte a me persone in evoluzione, ma consapevoli di quanto sia essenziale dedicare attenzione all’altro. A conferma che nei percorsi di crescita personale spesso i ruoli si invertono, si sovrappongono e perfino si scambiano, in certi momenti.
Siamo tornati più volte, in questi giorni, a parlare di empatia. La mia parola preferita e forse anche la mia condanna. Perché mi permette di ‘sentire’ gli altri, umani, animali, fiori, piante, di provare forti emozioni e di assorbire una grande quantità di energie che poi devono essere di nuovo liberate. E di scontrarmi con gli atteggiamenti di tanta gente che ostenta indifferenza. La cosa più brutta che esista, l’indifferenza.
L’empatia non te la insegnano a scuola, e spesso non te la insegna neppure la famiglia. Anzi.
Quanti non detti, quante parole fuori luogo, quanti muri di silenzio, quante reazioni scomposte ci piombano addosso. Mentre ci aspetteremmo, magari, solo un ascolto attento, privo i giudizio.
Chi frequenta i miei corsi ha una gran voglia di mettersi in gioco. E insieme, tanta paura. Di alzare il coperchio per vedere cosa c’è sotto. O di ricevere un ennesimo rifiuto dalle persone più vicine, almeno sulla carta.
Nel corso di scrittura emozionale che sto tenendo, e nei due giorni di workshop a fine marzo, si parla e si parlerà ancora di empatia. Perché fa parte delle emozioni, ciò che arricchisce maggiormente le nostre vite ma anche che ci spaventa enormemente. Nessuno ci abitua a riconoscerle, gestirle e curarle.
Come sarebbe diverso il mondo se si parlasse un po’ di più di empatia e dintorni…