Dolore e indignazione per le vittime delle guerre non devono scomparire !

Il rischio di assuefazione è alto, quando ogni giorno veniamo sommersi da notizie e immagini atroci: famiglie intere rimaste senza casa nei paesi dove si combatte una guerra senza fine; anziani rimasti soli e senza assistenza; donne e bambini senza difesa senza cure, senza protezione; animali abbandonati e utilizzati come bombe viventi per gli attentati, i pochi risparmi di una vita intera che esplodono insieme alle case, alle città, ai progetti e ai sogni.

Guardiamo scorrere quelle immagini e restiamo attoniti, senza parole, ma poco dopo siamo ttravolti dalle nostre vite, dai nostri problemi quotidiani, ovviamente legittimi. E intanto il mondo intorno a noi dove va a finire?

Dopo più di un mese dalla fine del mio mandato in provincia, non senza un velo di nostalgia per tutto quello che ho fatto, vissuto e imparato, e di rimpianti per tutto quello che avrei ancora voluto fare, ricomincio la vita da cittadina ‘normale’, senza un impegno istituzionale. E forse adesso torno a rivivere le vicende politiche con gli occhi di chi ha sempre guardato la politica da lontano.

Mi chiedo: quanto resta ancora da fare? Quanto tempo e quanta energia vengono sprecati, a volte, in chiacchiere, litigi, dibattiti, mentre il mondo intorno a noi sta cadendo a pezzi? Questo resta, a mio avviso, il grande nodo da sciogliere: una maggiore attenzione alla sensibilizzazione dei cittadini, la creazione di una società più attiva e meno indifferente, l’amore per la cosa pubblica e il senso civico, la solidarietà, la voglia di impegnarsi in prima persona, di mettere in gioco le proprie risorse per la crescita collettiva.

Se le generazioni future sapranno indignarsi, sapranno soffrire di fronte alle catastrofi ambientali, alle guerre, ai massacri senza fine che nascondono spesso cinici interessi economici, forse avremo ancora una piccola speranza di salvare questo pianeta e questa umanità allo sbando.

Alla base di questo deve esserci il coraggio di guardare, senza nascondere la testa sotto la sabbia, e di agire, ognuno nei propri limiti e con le proprie possibilità. A volte, invece, si ha la sensazione che tante persone preferiscano vivere in una beata ignoranza badando soltanto al proprio orticello. Non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati ad essere nati sul lato giusto del mare.

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Silvia Allegri
Silvia Allegri è giornalista, saggista e appassionata di animali. Organizza attività di approccio con gli animali, trekking someggiati e corsi di scrittura. Partecipa a seminari e conferenze. Per informazioni e contatti scrivi a silvia@silviaallegri.it
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