Belli, forti, affascinanti, ma li vogliamo sempre morti

Una mamma difende i suoi cuccioli, che sia una gatta o una mucca, una lupa o un’umana. Li difende con i mezzi che la natura le ha dato a disposizione.
Ma gli umani non ci stanno. Gli umani che storpiano la natura, facendo amare ai bambini Peppa Pig ma facendo intanto mangiare il prosciutto di una peppa pig qualunque, torturata in un allevamento, facendo guardare i cartoni animati di Winnie the Pooh e di Yoghi ma insinuando in quelle anime innocenti il terrore verso l’orso cattivo, si rifiutano di accettare ciò che dovrebbe essere normale, lecito e bello: un animale vive in un luogo che è il suo habitat, difende quel luogo e si rifugia nella natura, in quella natura dove è nato e dove è giusto che resti.

Cosa si fa se un lupo torna in montagna, se un orso vive in un bosco? Si mostrano i graffi e le ferite ricevute dagli umani che si sono imbattuti nella belva, si mostrano gli erbivori sventrati dal lupo. Quegli stessi erbivori che tornano poi nelle stalle buie a vivere sommersi di escrementi fino al giorno in cui moriranno in un macello.
Gli animali selvatici tornano a ripopolare le montagne e i boschi ma turbano le famiglie a spasso con cestini per raccogliere i funghi, e allora cosa fare? Si prendono in mano i fucili, ci si accanisce in decine e decine contro uno, e giustizia è fatta.

La belva non può osare: non può turbare un pianeta che l’uomo crede fatto su misura per le proprie esigenze. Anche il bosco deve restare un bosco magico e tranquillo, guai a trovare un animale che ci mette in pericolo.
Facciamo bruciare milioni di ettari di foresta ogni anno per coltivare granaglie da dare agli animali prigionieri degli allevamenti, ma ci rifiutiamo di pensare che in quei tre giorni di ferie all’anno dove ci sembra di riscoprire che esiste una natura bella, vera, incontaminata, qualche belva feroce possa rovinarci la vacanza.

Siamo una società egoista, fatta di gente impreparata a gestire la natura e i suoi abitanti. Non accettiamo che gli animali abbiano voglia di vivere, esattamente come ogni essere vivente. Vogliamo una natura succube, dove gli animali vivono dove decidiamo noi, non importa se dietro le sbarre di uno zoo o in una gabbia di vetro, o in un capannone senza luce, dove noi siamo liberi di guardarli e ucciderli dopo averli disarmati.
Vogliamo una natura succube alla nostra meschina esistenza: non siamo capaci di difenderci, non accettiamo le leggi della natura, il modo migliore allora è sparare, uccidere, imprigionare, torturare, e poi inventare mille giustificazioni per riappropriarci di un mondo che abbiamo storpiato e distrutto.
Non serve dire che mi vergogno di essere umana.

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Silvia Allegri
Silvia Allegri è giornalista, saggista e appassionata di animali. Organizza attività di approccio con gli animali, trekking someggiati e corsi di scrittura. Partecipa a seminari e conferenze. Per informazioni e contatti scrivi a silvia@silviaallegri.it
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